Dalla piazza di San Gregorio imboccare la strada bianca che scende direzione Rocca Montecalvo.
Dopo il primo tratto che passa accanto al cimitero e una volta superato l’imbocco dell’anello di Fleno (verso la fonte vecchia) potete fermarvi ad ammirare il panorama: da un lato, la vallata verde del fosso della Fanara e della Codella (Comunanza Agraria di San Gregorio) con al centro lo skyline del Gran Sasso. Dall’altro lato, se la giornata è limpida, la linea blu del mare in corrispondenza di Pedaso.
Proseguite lungo il rettilineo fin quando su una curva incontrate il palo con le indicazioni. Potete lasciare la strada bracciata che curva e scende a favore di una strada in terra battuta a sinistra.
Entrate nel bosco e percorrete una piana dove si alternano castagneti privati, tratti di bosco selvaggio e scorci da fiaba.
Proseguendo sulla stessa strada, che inizia a scendere per poi inclinare verso la parte sinistra della collina, seguite sempre i segni bianchi e rossi finché la strada non si riduce e diventa mulattiera.
Continuate a scendere e dopo un po’ inizierete a percepire l’avvicinarsi all’abitato di Rocca Montecalvo. La strada si riallarga e come per magia appare un insolito muretto.
Ottenuto da pietre locali che sembrano tagliate a filo, il muro appare liscio come fosse stato realizzato di recente. Le varie parti si tengono insieme con un collante di origine naturale che al tatto sembra cristallizzato ma poi si sgretola.
Man mano che si scende, il muro di contenimento appare anche sull’altro lato del sentiero. In un punto si vedono addirittura resti di scalette sospese che salgono per accedere probabilmente ad un orto.
Siete arrivati a Rocca di Sotto.
La frazione è divisa in vari nuclei quasi dirimpettai e ponendovi di fronte vedrete che Rocca è davvero arroccata sulla roccia .
Interessante notare come questi sentieri abbiano diversi segni di urbanizzazione in base alla conformazione del terreno, all’ingegno umano e alla fatica che si era disposti a fare.
Siamo sui sentieri dei Briganti che immaginiamo correre fulminei su e giù per ripidi tracciati.
Giovanni Piccioni, capo dell’esercito di riserva pontificio e i suoi figli si dividevano tra l’Abitazione di San Gregorio dove dal 1861, per via della posizione panoramica privilegiata, stazionava il quartier generale, e la residenza di Rocca Montecalvo, dove è ancora presente l’abitazione (rimessa in sicurezza dopo il sisma del 2016).
Da qui potete tornare indietro sullo stesso sentiero oppure continuare verso Casale Orsini, Talvacchia.